Roberto Saviano /INCONTRO RINVIATO
Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo
L’incontro con Roberto Saviano, invitato dalla Fondazione I Teatri il 27 novembre nell’ambito di Finalmente Domenica e il 28 ad un incontro con gli studenti delle scuole di Reggio Emilia e provincia, per presentare il suo libro “Solo è il coraggio” (Bompiani, 2022) su Giovanni Falcone, è rinviato alla primavera prossima. Al più presto verranno comunicate le nuove date, sia per Finalmente Domenica (e chi ha il biglietto lo potrà conservare per quella giornata), sia per l’incontro con gli studenti.
Un’esplosione squarcia la quiete della campagna corleonese. Il giovanissimo Totò Riina assiste allo sterminio dei suoi familiari intenti a disinnescare una bomba degli Alleati per ricavarne esplosivo. È un boato che distrugge e che genera. La piaga che molti, con timidi bisbigli, chiamano mafia, ma che d’ora in poi si rivelerà a tutti come Cosa nostra, s’incarna da qui in avanti nella sua forma più diabolica. Ma con potenza uguale e contraria, per fronteggiare l’onda di quella deflagrazione scaturisce anche il suo antidoto più puro.
È il coraggio, quello che sorregge l’ingegno e l’intraprendenza, che sopperisce ai mezzi spesso insufficienti: il coraggio che scorre in Giovanni Falcone, negli uomini e nelle donne che insieme a lui sono pronti a lanciarsi in una battaglia furiosa dove la vita vale il prezzo di una pallottola.
La storia di un magistrato che insieme a pochi altri intuisce la complessità di un’organizzazione criminale pervasiva, ne segue le piste finanziarie, ne penetra la psicologia e ne scardina la proverbiale omertà, è narrata in queste pagine con l’essenzialità di un dramma antico: sul proscenio, un uomo determinato a ottenere giustizia, assediato dai presagi più cupi, circondato dal coro dei colleghi che prima di lui sono caduti sotto il fuoco mafioso; stretto, nelle notti più buie, dall’abbraccio di una donna che ha scelto di seguirlo fino a dove il fato si compirà. Roberto Saviano ha voluto onorare la memoria del giudice palermitano strappandolo alla fissità dell’icona e ripercorrendone i passi, senza limitarsi a una ricostruzione fondata su uno studio attentissimo delle fonti, degli atti dei processi, delle testimonianze, ma spingendo la narrazione fino a quello “spazio intimo dove le scelte cruciali maturano prima di accadere”. Questo romanzo ci racconta una pagina fatidica della nostra storia, illumina la vita di un uomo che, nel pieno della carriera, fu in realtà al culmine del suo isolamento. E leva il canto altissimo della sua solitudine e del suo coraggio.
IL LIBRO
R. Saviano
Solo è il coraggio
Bompiani 2022
Informazioni sullo spettacolo
27.11.2022 - h 11:00 - Teatro Valli
Posto unico
€ 3,00
Bookshop aperto nelle Sale del Ridotto
Incontro anche in diretta streaming su questo sito e sulle pagine Facebook e YouTube dei Teatri di Reggio Emilia
In collaborazione con Centro Interateneo Edunova dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Roberto Saviano, in una comunicazione alla Fondazione I Teatri, scrive:
Care e cari, pochi giorni fa, il 15 novembre, si è celebrata a Roma la prima udienza del processo che mi vede chiamato in causa dalla Premier Giorgia Meloni per un reato di opinione. Ho scritto queste poche righe che troverete di seguito perché possiate comprendere il motivo che mi porta, in queste settimane per me difficili, ad annullare i miei incontri pubblici. Spero riusciate a comprendere e ad avere pazienza, perché ho tutta l’intenzione di incontrarvi presto.
Vi scrivo questa lettera con molta fatica e gran dispiacere. Per me questa è una fase difficile, portato a processo da tre ministri di questo Governo: la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il ministro della Cultura mi ha poi minacciato nuovamente, di altro processo, per le critiche rivolte recentemente a lui; Salvini invece si è costituito, a sostegno di Giorgia Meloni, parte civile nel processo a mio carico. Ben cinque le azioni giudiziarie pendenti da parte di ministri di questo governo. Chiunque, al mio posto, ne sarebbe paralizzato.
I giornali di estrema destra, in alcuni casi pagati direttamente da esponenti della maggioranza parlamentare, stanno facendo uno squadrismo quotidiano: io sono sulle loro prime pagine ogni giorno, attaccato nella maniera più bassa e vile, senza che io sia davvero schermato da quella che dovrebbe invece essere una opinione pubblica “amica”; con me anche i garantisti professionali smettono di esserlo. Da un lato c’è un comportamento feroce, di diffamazione, di isolamento, dall’altro prudenza, distinguo, precisazioni, paura, silenzio per convenienza. Questo genera solitudine. Per fortuna so che non sono solo: sento la solidarietà di chi mi legge, di chi sostiene le idee che esprimo e di alcuni dei miei colleghi, i più coraggiosi (pochi, tra gli scrittori, lo sono). La sento e ne sono preoccupato, perché temo seriamente che chi mi è vicino sia oggetto di vendette trasversali. Non voglio certo votarmi alla solitudine, ma sento di dover proteggere chi non ha scelto il mio percorso, ma desidera starmi accanto.
Mi trovo, quindi, a dover annullare gli incontri che avevamo organizzato. Rinuncio, in queste settimane di attacchi continui, per timore di esporvi, di esporre chi mi ospita: responsabilità, questa, che sento gravosissima. E la sento tanto più perché vedo la lontananza siderale di chi, da posizioni di forza, potrebbe schierarsi, esprimere un’opinione e invece tace. Rinuncio adesso perché vivere in queste settimane occasioni pubbliche, per me, è difficile. L’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo: chi dovrebbe difendere spazi di libertà e democrazia è impegnato a nascondere le macerie di un percorso politico, culturale e intellettuale che non ha saputo creare ponti, ma solo disgregazione.
Mi dispiace immensamente per questa occasione mancata, mi dispiace perché per me incontrare lettrici e lettori, studentesse e studenti è ossigeno vero. Ma quello che sta accadendo a me, e attraverso la mia esperienza anche a voi, non consente di poter andare avanti come se nulla fosse, impone una riflessione. Come se gli attacchi continui alla libertà di espressione, parola e perfino pensiero fossero un terreno di contrattazione. Vi state accorgendo che hanno selezionato chi attaccare? Vi siete accorti che non siamo in molti, ma siamo sempre gli stessi? Così funzionano le democrazie illiberali: si selezionano una dozzina di nemici pubblici, li si accusa di guadagnare con le proprie parole (sostanzialmente con il proprio lavoro), si creano paure e pericoli che non esistono o che esistono nella misura in cui non c’è gestione, non c’è capacità politica di trovare soluzioni. Io sono da troppi anni tra i nemici giurati di ogni governo di destra, ma non sono considerato amico di chi a loro si oppone, perché ho sempre tenuto al rigore del mio lavoro e delle mie denunce e non ho mai fatto sconti. Non cerco case, non cerco chiese, ma restare sotto il fuoco nemico e sotto il fuoco amico è da martiri. E io non sono un martire, ma uno scrittore. Attraverso ciò che sta accadendo a me, sarebbe possibile capire la deriva del Paese, ma bisogna avere occhi per vedere. Mi dispiace immensamente, vi abbraccio tutti e spero di poter riprendere serenamente i miei incontri pubblici al più presto. Perché, se è vero che la scorta viene assegnata per poter fare il proprio lavoro, è vero anche che la scorta serve per schermarti da chi ha deciso di vivere la propria vita al di fuori delle istituzioni e vuole impedirti di fare il tuo lavoro, di raccontare e denunciare. Non è tollerabile che la scorta sia un deterrente contro chi viene costantemente istigato e sobillato da un governo di estrema destra e dalla stampa asservita.
Con affetto,
Roberto Saviano
La Fondazione I Teatri, per bocca del direttore Paolo Cantù, esprime solidarietà e grande dispiacere per essere costretta a rinviare un appuntamento, da molto tempo atteso e voluto per dare alla città e agli studenti la possibilità di sentire parlare di criminalità organizzata da uno dei giornalisti e scrittori italiani più esperti in materia: “avevamo invitato Roberto Saviano a parlare e discutere di quella memoria che – nel caso di Giovanni Falcone – vorremmo senza indugio condivisa e pubblica. Ci dispiace che l’attualità politica abbia preso il sopravvento e stiamo già cercando una data alternativa, il prima possibile, per riuscire ad avere Roberto Saviano con noi, per continuare ad esercitare fino in fondo la nostra funzione di spazio e presidio pubblico di pensiero e dialogo”.
Finalmente Domenica 2024-2025
2 marzo 2025
Vittorino Andreoli
Finalmente Domenica
Teatro Cavallerizza