SHEN WEI DANCE ARTS
Sabato 5 novembre, ore 21.00
Behind Resonance
Uno schermo bianco appeso e decorato di ombre è la scenografia estremamente semplice di Behind Resonance. Il pavimento è coperto da rettangoli bianchi e neri. I danzatori, con costumi grigi di seta con strascico, entrano con cautela sulla scena uno per volta, in silenzio. Assumono pose elaborate, giocando con i propri drappeggi, creando sculture individuali e muovendosi languidamente come in un paesaggio onirico.
Il movimento dei danzatori è sensuale ed omogeneo, evocativo di mari profondi abitati da strane creature marine che cercano di muoversi arrampicandosi su ruvide protuberanze, ondeggiano e rotolano nella corrente.
L’azione si sviluppa come in slow motion, mentre le luci virano al blu con intensi bagliori bianchi che irradiano le braccia, le spalle nude e i volti.
E’ un lavoro magico, che rimanda ad una dimensione di l’infinità senza tempo, semplicità, misticismo. E quando cala il sipario, un sospiro collettivo, un lungo silenzio prima dell’applauso.
Allison Tracy
Sagra della Primavera (2003)
Shen Wei affronta un pezzo che è pietra angolare del balletto e della danza del 900: Rite of Spring, che ha debuttato nel 2002 all’American Dance Festival nella sua prima parte; il lavoro completo è stato presentato sempre all’American Dance Festival nel 2003.
"Travolgente… Se c’è qualcosa di cui parlare nel mondo della danza è il lavoro sorprendentemente immaginifico del coreografo cinese Shen Wei. La sua visione è pittorica, matematica, personale. C’è un impiego assolutamente originale del movimento: comprime il busto fino a piegarlo, per farlo esplodere in avvitamenti e spirali improvvisi o, per contrasto, per farlo scivolare lungo il pavimento e rotolare sulla schiena, secondo lo stile popolare cinese. Queste sono immagini e pensieri diversi. Il pubblico sembrava sbalordito. Al silenzio è seguita una lunghissima ovazione" (Anna Kisselgoff, Rite of Spring, "The New York Times", 13/6/2002).
È dalla Cina del nuovo millennio, un paese in continua espansione a cui si guarda con un misto di stupore e curiosità, che arrivano l’innovazione e la lezione più originali della coreografia contemporanea. Shen Wei è nato nella provincia di Hunan 35 anni fa, dove ha studiato calligrafia dall’età di 7 anni e l’opera cinese dall’età di 9 per poi lavorare per la Hunan State Xian Opera Company dal 1984 al 1989, compagnia che conserva una tradizione ancora più antica dell’Opera di Pechino. Successivamente diventa uno dei membri di spicco della Guangdong Modern Dance Company, la prima compagnia di danza contemporanea cinese, per cui è stato anche coreografo dal 1991 al 1994.
La sua carriera è fulminante: vince il primo premio per la coreografia e l’interpretazione all’Inaugural Modern Dance Competition in Cina nel 1994 e subito dopo una borsa di studio del Nikolais/Louis Dance Lab nel 1995, che lo porta a New York, proiettandolo nel mondo della danza internazionale. Si stabilisce nella Grande Mela e nel 2001 dà vita alla Shen Wei Dance Arts, formazione che risponde alla poliedricità di questo artista (coreografo e danzatore, designer e pittore, i cui lavori sono stati esposti a Hong Kong e New York), fondendo diverse espressioni artistiche, dall’opera cinese al teatrodanza, dalla pittura alla scultura che traspone nella ricchezza immaginifica delle sue creazioni.
Shen Wei ha ricevuto commissioni da importanti festival, istituzioni e compagnie: American Dance Festival, Alvin Ailey Dance Theater II, Guangdong Modern Dance Company of China, Dances We Dance Company of Hawaii, SUNY Purchase and Hollins University. Il suo lavoro è stato presentato all’Edinburgh Festival (2000), al Brighton Arts Festival (2000), al Germany Millennium Moves (2000), alla Dansen Hus di Stoccolma (1999), al The Place di Londra, all’Asia Society di New York, al National Theater of Taiwan; al Lincoln Center Festival, all’American Dance Festival, all’Holland Dance Festival, oltre che ai festival di Corea, Cina, Hong Kong, Singapore, India. Ha ricevuto borse di studio dalla New York Foundation for the Arts (2000), l’American Ben Sommer Fellowship (2000), John Simon Guggenheim Fellowship (2001).
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