SCEGLIERE IL PRINCIPE. I CONSIGLI DI MACHIAVELLI AL CITTADINO ELETTORE
di Maurizio Viroli
con l'autore dialoga Massimiliano Panarari
Andiamo a votare o no? E se andiamo a votare, come scegliamo i rappresentanti che avranno il potere di fare le leggi e di governarci? Per aiutarci a rispondere a queste domande possiamo avvalerci di un insolito esperto, Niccolò Machiavelli, che cinquecento anni fa esatti ha scritto Il Principe, e conosceva e capiva la politica come pochi altri. È vero che alcuni suoi contemporanei, come il grande Francesco Guicciardini, ritenevano che talune sue idee fossero troppo audaci per i tempi e le circostanze. Ma nessuno ha mai dubitato del suo ingegno per le questioni di stato.
Era poi d’impeccabile onestà, virtù essenziale per un buon consigliere. Ne dà prova la sua povertà. Dopo aver servito il governo popolare di Firenze guidato da Pier Soderini per quattordici anni, e aver maneggiato enormi somme di denaro, si ritrovò, quando perse il suo incarico, più povero di prima. Aveva la virtù di esprimere schiettamente i propri giudizi politici. Sappiamo poi per certo che amava la patria con tutto se stesso, e che per tutta la vita dedicò le sue migliori energie a difendere la libertà della sua Firenze e dell’Italia. Se sappiamo rivolgergli le domande giuste, e riflettere bene sulle sue parole, possiamo evitare errori che poi rimpiangeremo amaramente, come tante altre volte è avvenuto in passato, tipo votare per uomini potenti e ricchi; votare per chi fa favori; votare per chi cambia facilmente partito; votare per chi è da tanti anni al potere, votare per chi fa grandi promesse.
M. Viroli, Scegliere il principe, Laterza, 2013
Maurizio Viroli
È professore ordinario di Teoria Politica e associato al Dipartimento di Storia e French and Italian all’Università di Princeton; è direttore dell’Istituto Studio Mediterranei e professore ordinario di Comunicazione Politica ed Istituzionale all’Università della Svizzera italiana di Lugano; è coordinatore scientifico delle Accademie in Civic Education della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo; collabora dal 2005 con la Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche a progetti di Educazione alla Cittadinanza. Con il sostegno del professor Robert P. George e del James Medison Program della Princeton University, ha fondato e dirige un Master in Civic Education presso l’associazione Etihca di Asti. Collabora con il Collegio di Milano dove tiene cicli di seminari per gli studenti.Ha scritto e scrive articoli per «La Stampa», «L’unità», «Il Sole 24Ore», «Il fatto quotidiano», «The New York Times». I suoi principali campi di indagine scientifica sono la teoria politica e la storia del pensiero politico, il repubblicanesimo classico e il neo-repubblicanesimo con particolare riferimento al pensiero di Niccolò Machiavelli e di Jean Jacques Rousseau. Fra i suoi lavori più recenti: Il Dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia (Laterza, 2006), Come se Dio ci fosse. Religione e Libertà nella storia d’Italia, (Einaudi, 2009) in uscita per Princeton University Press, Lo scrittore di ricami (Diabasis, 2011), La Libertà dei Servi (Laterza 2010), tradotto in inglese dalla Princeton University Press, L’Intransigente (Laterza, 2012); Le parole del cittadino. Introduzione alla Costituzione (Laterza, 2012).
Massimiliano Panarari
insegna Comunicazione politica all'Università di Modena e Reggio Emilia e collabora con la School of Government dell'Università Luiss “Guido Carli” di Roma. Si occupa di mass media e cultura pop ed è consulente di comunicazione politica e pubblica Collabora con i quotidiani La Stampa, Europa e Giornale di Brescia. È autore del libro L'egemonia sottoculturale (Einaudi, 2010) e coautore (con F. Motta) del libro Elogio delle minoranze. Le occasioni mancate dell'Italia (Marsilio, 2012)