ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
DANIELE GATTI, DIRETTORE
NINA KOTOVA, VIOLONCELLO
TEATRO VALLI
P.I. Cajkovskij: Romeo e Giulietta, Ouverture – Fantasia
P.I. Cajkovskij:Variazioni su un tema rococò
op. 33 per violoncello e orchestra
P.I. Cajkovskij:Sinfonia n. 6 in si min, op. 74 Patetica
Venerdì 1 dicembre . ore 20,30
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Il 4 Febbraio 1956 nasce "l’Associazione Orchestra stabile di Bologna": da quel momento ha fine il periodo di precarietà nel quale si era dibattuta l’esistenza di questo organismo, che garantiva ai suoi componenti solo qualche mese all’anno di attività strutturalmente organizzata
Già dal 1953, e per quasi un ventennio, il colore e lo spirito della compagine bolognese trovano nel magistero direttoriale di Sergiu Celibidache una formidabile opportunità di crescita. Il maestro rumeno vi dirige di tutto: Dvoràk, Tchaikovskji, Bizet accanto a Brahms e Beethoven, Haydn e gli amatissimi Ravel e Debussy. Si intensificano le collaborazioni con interpreti di grande fascino – Arturo Benedetti Michelangeli, Nathan Milstein, Arthur Rubinstein – e si moltiplicano le occasioni di concerti anche al di fuori dell’ambito regionale.
Dopo Celibidache, la presenza più assidua fra i direttori d’orchestra risulta essere quella di Zoltán Peskó, direttore principale dal 1974 al 1976 e presente poi a Bologna a più riprese almeno fino agli Ottanta inoltrati. Profondo conoscitore e appassionato interprete della musica del 900, il maestro ungherese dà corpo ad alcuni titoli d’opera – l’Angelo di Fuoco di Prokof’ev e in modo particolare il Gran Macabro di Ligeti – che catalizzano su Bologna le attenzioni del mondo musicale italiano.
Tra la fine degli anni Settanta e il 1983 è Vladimir Delman ad essere chiamato, in qualità di direttore stabile dell’orchestra, ad imprimere nuovi slanci alla vita musicale bolognese. Il ciclo dell’integrale delle sinfonie di Tchaikowskji disvela al pubblico del Bibiena un temperamento musicale di grande finezza ed estrosità, che ha modo di farsi apprezzare compiutamente nelle letture sofferte delle sinfonie mahleriane e nei titoli russi da lui messi inscena: la Dama di Picche e Kovancina.
A partire dal 1984, la presenza sul podio di Riccardo Chailly in veste di direttore principale determina il riproporsi di una situazione quasi analoga a quella che diede vita nel 1956 alla compagine orchestrale: il riaffiorare del senso di appartenenza ad un organismo capace di regalare a ciascuno le gratificazioni più autentiche. Si è presenti all’Holland Festival di Amsterdam, si portano al Rossini Opera Festival di Pesaro importanti titoli – Zelmira, l’Italiana in Algeri – e si realizzano con la Decca i momenti salienti del percorso discografico dell’orchestra. E’ per davvero un periodo denso di soddisfazioni per i musicisti quello compreso fra il 1986 e il 1993, all’interno del quale va collocata la terza edizione dell’Anello del Nibelungo, suddiviso fra la direzione di Chailly e quella di Peter Schneider. Un cammino che ha negli esiti trionfali della prima tournée in Giappone del 1993, il suo traguardo più luminoso.
Dal 1997 ad oggi la guida musicale del Teatro è nelle mani del direttore italiano Daniele Gatti, precoce talento, conoscitore anche del repertorio operistico italiano, musicista i cui meriti sono ampiamente riconosciuti non solo in Europa ma anche in America. Con lui l’attuale Fondazione ritorna in Giappone nel 1998 e nel 2002, e si vede assegnato per la seconda volta il premio Abbiati con l’opera di Donizetti Dom Sebastien.
Daniele Gatti è attualmente Direttore Musicale del Teatro Comunale di Bologna e Music Director della Royal Philharmonic Orchestra di Londra.
In precedenza è stato Direttore Musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma dal 1992 al 1997 e Principal Guest Conductor della Royal Opera House Covent Garden dal 1994 al 1997.
Dal 2000 è Accademico di Santa Cecilia. A ventisette anni ha debuttato al Teatro alla Scala con L’occasione fa il ladro di Rossini, ritornando sul podio scaligero con Tancredi. Da allora ha diretto nei più importanti teatri d’opera e festival. Dalla stagione 1989/1990 è ospite delle più prestigiose orchestre sinfoniche: New York Philharmonic Orchestra, Chicago Symphony Orchestra, Boston Symphony Orchestra, Berliner Philharmoniker, Orchestra Sinfonica della Bayerische Rundfunk, Münchner Philharmoniker, Dresden Staatskapelle, Israel Philharmonic Orchestra. Con la Royal Philharmonic Orchestra effettua regolarmente tournées e registrazioni ed è annualmente ospite dei Proms. Ha diretto i complessi del Teatro Comunale di Bologna in occasione delle ultime due tournées in Giappone nel 1998 (Don Carlo) e nel 2002 (Tosca e Il barbiere di Siviglia).
Nell’ottobre 2002 ha debuttato alla Wiener Staatsoper con una nuova produzione di Simon Boccanegra.
Daniele Gatti ha effettuato registrazioni discografiche con BMG e RCA Red Seal.
La sua discografia comprende musiche di Rossini, Mahler, Prokof’ev, Bartók e Respighi.
Nina Kotova, nata in una famiglia di musicisti e scienziati, è stata descritta come "indimenticabile", "appassionata ed entusiasmante" e dotata di "una potente energia espressiva unita ad una tecnica di assoluta perfezione". Ha debuttato come solista con l’Orchestra da Camera di Mosca alla Carnegie Hall ed è apparsa al Barbican Centre a Londra, alla Sala Grande del Conservatorio di Mosca, alla Sala da Musica della Città Proibita di Pechino, alla Town Hall a New York, alla Orchid Hall a Tokyo e nella serie "Rising Stars" di Ravinia. Kotova ha recentemente suonato con le orchestre sinfoniche di St. Louis e Dallas, l’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, l’Orchestra Filarmonica di Hong Kong ed è apparsa agli MTV Music Awards; ha inoltre girato il mondo in tournèe come concertista e solista in Brasile, a Taiwan, ad Hong Kong, in Malesia, a Singapore, in Corea e in Giappone (dove è apparsa come solista per la Famiglia Imperiale). Il primo CD di Nina Kotova per Philips Classics ha venduto più di 50.000 copie, e di recente ha pubblicato il CD di un concerto per violoncello composto da lei stessa.
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