La porta stretta. Come diventare maggiorenni
di Umberto Curi
«La porta stretta». Di lì dovrà passare, secondo il Vangelo di Luca, chi voglia accedere al regno dei cieli. Un varco intransitabile, se non si è disposti a impegnare ogni forza in una lotta pericolosa e dall’esito mai scontato: «molti cercheranno di entrare, ma non vi riusciranno». L’immagine evangelica è perfetta anche per raffigurare un passaggio universale della condizione umana, la fuoriuscita dalla minorità. Dolore, coraggio, decisione, necessità e conflitto contrassegnano nel pensiero occidentale l’impresa di diventare maggiorenni. Tuttavia, una volta intrapreso, il processo di emancipazione non si esaurirà nella compiutezza di uno stato finalmente raggiunto. Adulti si ridiventa sempre di nuovo. Di questo carattere processuale, agonistico e decisorio Umberto Curi rintraccia le massime espressioni filosofiche, religiose e letterarie – da Platone a Dostoevskij, dalla Bibbia a Shakespeare – e le lascia libere di testimoniare ciò che rimaneva inascoltato nelle loro esegesi abituali. Così il congedo dalla sudditanza, oltre che nell’appello di Kant all’indocilità ragionata poi irrisa da Hegel, si vedrà declinato in posture «filiali» antitetiche, combattenti o inermi: nel parricidio consumato dell’Edipo re sofocleo, in quello metaforico del Sofista platonico o in quello depotenziato di Amleto, ma anche, sorprendentemente, nell’obbedienza di Abramo, che sta eretto di fronte al Signore, o del Cristo, che si lascia abitare dalla volontà del Padre. E non meno significativi della logica binaria di ribellione e obbedienza, su cui si regola il transito canonico alla maggiore età, si riveleranno i suoi tracolli e le sue ostruzioni. Tra la via edipica e la devozione biblica, rintocca la quieta intransigenza del Bartleby di Melville, che si sottrae a ogni imperativo con la mossa del cavallo: «Preferirei di no».
U. Curi, La porta stretta, Bollati Boringhieri 2015
Umberto Curi
È professore emerito di Storia della Filosofia presso l’Università di Padova. Visiting Professor presso le Università di Los Angeles (1977) e di Boston (1984), ha tenuto lezioni e conferenze presso le Università di Barcellona, Belgrado, Bergen, Berlino, Buenos Aires, Cambridge (Massachussets), Cordoba, Lima, Lugano, Madrid, Oslo, Rio de Janeiro, San Paolo, Sevilla, Vancouver, Vienna, Zagabria. Ha pubblicato circa 40 volumi. Fra le sue numerose pubblicazioni, Endiadi. Figure della duplicità e La cognizione dell’amore. Eros e filosofia (entrambi presso Feltrinelli, 1995 e 1997), Pensare la guerra. L’Europa e il destino della politica (Dedalo, 1999), Polemos. Filosofia come guerra e La forza dello sguardo (Bollati Boringhieri, 2000 e 2004), Filosofia del Don Giovanni (Bruno Mondadori, 2002), Variazioni sul mito: Don Giovanni (Marsilio, 2005), Miti d’amore. Filosofia dell’eros (Bompiani, 2009; trad. spagnola, Siruela, 2010), Endiadi. Figure della duplicità (Raffaello Cortina, 2015). Il libro pubblicato presso Bollati Boringhieri, nel 2008, dal titolo Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche, ha vinto il premio nazionale Capalbio per la filosofia 2009 e il Praemium Classicum Clavaranse. Col volume Straniero (Raffaello Cortina, 2010) ha vinto il Premio nazionale Frascati di filosofia 2011. La sua opera Via di qua. Imparare a morire, Bollati Boringhieri, pubblicata alla fine del 2011, è giunta alla quarta edizione ed è stata finalista per il Premio Viareggio. Negli ultimi anni sono usciti: Passione, Raffaello Cortina Editore e L’apparire del bello, Bollati Boringhieri, entrambi del 2013. Collabora al supplemento La lettura del Corriere della sera e al Corriere del Veneto.
Informazioni sullo spettacolo
15.11.2015 - h 11:00 - Sala degli Specchi del Teatro Valli