La passione ribelle
di Paola Mastrocola
con l’autrice dialoga Ivan Levrini
Credevamo nell'immortalità. Una volta i grandi ci mettevano la vita per completare una sola opera, che magari vedeva la luce solo dopo la loro morte. C'erano progetti lunghi, che superavano il nostro limitatissimo tempo. Credevamo nell'immortalità, e questo ci toglieva la fretta, la smania di arrivare. Eravamo felici di non arrivare. Scrivevamo canzonieri lunghi una vita, dedicandoli a donne che erano morte da un pezzo. Scrivevamo trattati, che radunavano in sé, e ordinavano, tutto lo scibile su un dato argomento. Scrivevamo, anche, a mano: scrivere a mano è lento, e quella lentezza favorisce i pensieri, li accompagna, li plasma meglio. Li rende più profondi, meno buttati li, estemporanei. Vedevamo le cancellature che è un po' come rivedere le foto dei vecchi amici e fidanzati. È dare tempo all'immagine di noi, capire che siamo esseri stratificati, farciti di momenti diversi, e che la vita è un mutamento continuo, e volgersi a vedere le prime forme ci rassicura sulle future.
P. Mastrocola, La passione ribelle, Laterza 2015
Paola Mastrocola
Insegna lettere presso il liceo scientifico di Chieri (Torino). Svolge anche un'intensa attività di scrittrice, soprattutto di romanzi. Si è resa nota al grande pubblico con il suo primo romanzo, La gallina volante, grazie al quale ha vinto diversi premi letterari. Con Palline di pane è stata finalista al Premio Strega nel 2001 e con Una barca nel bosco si è aggiudicata il Premio Campiello nel 2004. Nello stesso anno viene pubblicato il saggio La scuola raccontata al mio cane. Nl 2005 viene pubblicato il romanzo Che animale sei? Storia di una pennuta seguito nel 2007 dal romanzo Più lontana della luna. Nel 2011 viene pubblicato un suo saggio sulla situazione scolastica italiana, Togliamo il disturbo. Nel 2013 viene pubblicato il romanzo Non so niente di te.
Ivan Levrini
Docente di storia e filosofia nei licei, ha collaborato con diverse riviste, fra cui «Discipline filosofiche», fondata da Enzo Melandri, e «Il semplice», diretta da Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati. Ha tenuto una rubrica dal titolo Aberrazioni filosofiche sul Caffé illustrato. Recentemente, assieme ad Enrico Bizzarri, ha curato “Verso sera”, ciclo di conversazioni filosofiche promosse dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. Suoi testi narrativi sono usciti in vari periodici e opere collettive, fra cui Autobahn, L’Accalappiacani, Zibaldoni e altre meraviglie, Parol e Griseldaonline, portale di letteratura italiana dell’Università di Bologna. È autore di una raccolta di racconti dal titolo Semplici svolte del destino (Quiedit, 2011).
Informazioni sullo spettacolo
28.02.2016 - h 11:00 - Sala degli Specchi del Teatro Valli