IL PAESE DEI CAMPANELLI
TEATRO VALLI
Operetta di Carlo Lombardo
Musica di Virgilio Ranzato
nuovo adattamento di Corrado Abbati
PERSONAGGI E INTERPRETI:
La Gaffe, Corrado Abbati
Bombon, Antonella Degasperi
Hans, Giovanni Cucuccio – Domingo Stasi
Nela, Adriana Casartelli – Daniela Pilla
Attanasio Prot, Fabrizio Macciantelli
Pomerania, Giada Bardelli
Tarquinio Brut, Gabriele Bonsignori
Basilio Blum , Matteo Mazzoli
Ethel, Francesca Dulio
Tom, Corrado Siddi
CORPO DI BALLO: Stefania Brianzi, Michele Cosentino, Francesca Araldi, Lucrezia Bencivenga, Alessio Spirito,Valentina Serrano, Roberta Cosentino, Daniele Pagano, Angela Falciano
SCENE: Sergio D’Osmo
COSTUMI: Artemio Cabassi
COREOGRAFIE: Stefania Brianzi
DIREZIONE MUSICALE: Marco Fiorini – Roger Catino
REGIA: Corrado Abbati
venerdì 11 novembre ore 21 sabato 12 novembre ore 21 domenica 13 novembre ore 15,30
Scritta e musicata dalla mitica coppia Lombardo – Ranzato, questa operetta andò in scena il 23 novembre del 1923 al Teatro Lirico di Milano. Già il giorno dopo la prima rappresentazione, mezza città fischiettava i motivi più indovinati. Ancora oggi sono in tanti a conoscere, e magari fischiettare, l’arcifamoso "Fox della Luna", motivo che, come l’intera operetta, gode di una lunga giovinezza.
Il Paese dei Campanelli è veramente un’operetta "senza tempo", sia per la sua ambientazione, in un’Olanda da favola, sia per il consenso che continua a guadagnare. E per rinverdire questo successo, che non conosce cedimenti nel favore col quale il pubblico accorre a vedere questa operetta. Il nuovo allestimento firmato da Corrado Abbati nasce dalla volontà di presentare uno spettacolo con una cornice lussuosa e di buon gusto: grande cura e attenzione dunque per questa operetta che si avvale dell’allestimento del Teatro Verdi di Trieste e nel quale Abbati senza esitazioni ha condito l’esotismo della lune romantiche e dei fiori che parlano al cuore, con una narrazione snella, dando ampio respiro ai numerosi pezzi d’assieme e ai quadri musicali, individuando nella storia un percorso a volte nuovo ma capace di assicurare un buon ritmo alla pièce. Un’ edizione dove lo sfarzo della messa in scena e la gustosità comica della vicenda fanno a gara con la bellezza dello spartito che unisce graziosi duetti (Balla la giava, Fox della luna) e brani lirici squisiti (Il duetto del ricamo, Io vorrei che il mio sogno divin) presentando finezze ed intuizioni melodiche notevoli, con tratti di simpatica sentimentalità.