Il mio Verdi
di Leonetta Bentivoglio
l'autrice incontra Mirella Freni e il suo Verdi
l’autrice incontra Mirella Freni e il “suo” Verdi
Quindici opere, venti interviste: venti conversazioni con alcuni dei più grandi interpreti dell’Opera contemporanea – direttori d’orchestra, registi, cantanti – che si sono confrontati con il Maestro di Busseto. Leonetta Bentivoglio ha chiesto ad ognuno di raccontare la propria opera verdiana di elezione, quella che lo ha coinvolto di più, professionalmente e affettivamente, che lo ha portato più lontano e per ciascuno di questi artisti, così diversi tra loro nell’attitudine e nei percorsi, Verdi si dimostra un potente catalizzatore di memorie e di pensieri, un banco di prova che coinvolge in profondità la propria visione del teatro, della musica, del canto. Il mio Verdi è così una perfetta introduzione ai maggiori melodrammi del compositore – ogni intervista è accompagnata da una nota e ne illustra i temi, lo stile e lo svolgimento – ma anche un’occasione di dibattito sulla sua attualità, sulla diffusione della sua musica, sulle più recenti innovazioni nella messa in scena. E infine una riflessione a più voci sul valore e il mistero della creatività applicata alla musica e al teatro. Completano il volume numerose foto di scena e degli artisti intervistati e un’esaustiva appendice sull’opera di Giuseppe Verdi.
L. Bentivoglio, Il mio Verdi, Castelvecchi, 2013
Tutti gli appuntamenti della domenica sono in collaborazione con
Leonetta Bentivoglio
Laureata in Filosofia all’Università di Roma, è saggista e giornalista culturale. Fin dalla fine degli anni Settanta ha lavorato come consulente di manifestazioni e festival in Italia e all’estero, curando tra l’altro la direzione artistica del festival Oriente Occidente di Rovereto per dieci anni. Dal 1992 è inviato speciale del quotidiano La Repubblica, dove scrive per i settori Cultura e Spettacoli, occupandosi di danza e musica, e negli ultimi anni soprattutto di letteratura. È autrice di vari libri, tra cui una storia de “La danza contemporanea” (edita Longanesi, ha avuto innumerevoli riedizioni), un volume su Il teatro di Pina Bausch (Ubulibri, due edizioni e tre traduzioni). Nel 2006 ha scelto, curato e tradotto in italiano per la collana dei Classici Garzanti le short stories di Thomas Hardy (I tre sconosciuti e altri racconti). Nel 2007 ha pubblicato in Francia e in Germania, per L’Arche Editeur, un altro libro su Pina Bausch, uscito nel 2008 anche in Italia (editore Barbès) col titolo Vieni, balla con me, giunto alla terza edizione. Del 2009 è il suo libro Corpi senza menzogna (Barbès), sul teatro di Pippo Delbono, che ha avuto due edizioni.
Mirella Freni
Soprano italiano, dalla voce splendidamente duttile e dalla carriera prodigiosamente lunga e ben amministrata, debuttò con grande successo nel 1955 al Teatro Comunale di Modena come Micaela nella Carmen di Bizet. Il primo grande successo scaligero da protagonista fu nel 1963 nella celebre edizione de La bohème diretta da Herbert von Karajan, del quale divenne ben presto una delle cantanti preferite in assoluto. Altro importante debutto fu al Metropolitan nel 1965. Seguirono apparizioni negli altri principali teatri statunitensi e poi in tutti i più grandi teatri del mondo, prevalentemente in ruoli squisitamente lirici o lirico-leggeri (oltre a Mimì e Micaela, Liù, Suzel, Giulietta, Marguerite, Adina, Elvira e diversi ruoli mozartiani). A partire dagli anni 70 iniziò ad affrontare ruoli dalla vocalità più tesa, in particolare dell’universo verdiano. Con gli anni 90 ha ulteriormente allargato il repertorio nell’ambito del verismo, interpretando Fedora ed Adriana Lecouvreur, e spingendosi nell’area dell’opera russa con Eugene Onegin, La dama di picche e il personaggio di Giovanna de La pulzella d’Orleans. Proprio con quest’ultimo ruolo ha chiuso la carriera a Washington nel 2005.