I NUOVI DEMONI. RIPENSARE OGGI MALE E POTERE
di Simona Forti
con l'autrice dialoga Mariafranca Spallanzani
Nichilismo, pulsione di morte, volontà di nulla: sono in fondo queste le categorie che hanno orientato e ancora oggi orientano la comprensione del male politico. Esse si accompagnano a una visione “semplice” e “demoniaca” del potere, la cui cifra estrema è ravvisabile nel rapporto tra vittima e carnefice. Da una parte starebbe, cioè, un soggetto onnipotente, portatore di morte, e, dall’altra, un soggetto ridotto a oggetto, perché reso totalmente passivo dalla violenza dell’altro. Nella prima parte del libro, l’autrice ricostruisce la particolare costellazione concettuale di tale visione dicotomica riconducendola a un paradigma specifico, denominato “paradigma Dostoevskij”. Questo modo di pensare il rapporto tra male e potere – si chiede Simona Forti – è sufficiente a leggere il presente? Non rischia piuttosto di irrigidire la comprensione della realtà in categorie troppo schematiche e unilaterali, che gettano luce su un unico volto del male politico, quello notturno, trasgressivo, distruttivo? Non occulta, orse, dietro lo spettro di un rinnovato dualismo, un’intera e complessa fenomenologia degli aspetti “microfisici” delle scene del male? I nuovi demoni propone una diversa genealogia del rapporto tra male e potere. È convinzione dell’autrice che il male debba essere indagato, oggi più che mai, non solo nel suo legame con la morte e il nulla. Ma debba essere scandagliato anche nel rapporto che intrattiene con l’ostinata passione per la vita, con l’indomabile volontà di essere e di persistere, col desiderio di venir riconosciuti e confermati. Perché è così che a suo parere si spiegano la docilità e il conformismo, la passività e l’ottusa obbedienza: quelle attitudini soggettive all’astensione dalla critica che sono le cinghie di trasmissione più potenti per trasformare i rapporti di potere in una scena del male.
S. Forti, I nuovi demoni, Feltrinelli, 2012
Simona Forti
Insegna Storia della filosofia politica all’Università del Piemonte Orientale. Attualmente è Visiting Professor alla New School for Social Research di New York. Dal 2003 è membro della giuria Der Hannah-Arendt Preis für politischen Denken, della Heinrich Böll Stiftung, Berlino-Brema. Collabora con numerosi giornali scientifici italiani e stranieri e codirige la rivista «Filosofia politica», edita dal Mulino. Si è occupata di filosofia politica del Novecento e del pensiero di Hannah Arendt, di cui è stata una delle principali interpreti. Tra i suoi ultimi lavori: Hannah Arendt tra filosofia e politica (Bruno Mondadori, 2006), Paranoia e politica (con M. Revelli, Bollati Boringhieri, 2007); El Totalitarismo. Trayectoria de una idea limite (Herder Editorial, 2008).
Mariafranca Spallanzani
È professore di Storia della Filosofia nella Scuola di Lettere e Beni culturali dell’Università di Bologna. Collabora con varie Università e con numerosi centri di ricerca in Italia e all’estero, dove è stata ed è invitata a tenere conferenze e seminari sulla storia della filosofia moderna. È stata Visiting fellow presso la Princeton University, Professeur invité presso l’Université Paris X, l’Université Paris VII e l’Université de Lyon 3. Specialista di Descartes e delle relazioni tra la filosofia e la scienza cartesiana e la Filosofia dei Lumi, su tali argomenti ha pubblicato numerosi articoli e diversi volumi monografici. Tra i suoi libri più recenti: Diventare filosofo. Descartes en philosophe (Alinea, 1999), Filosofi. Immagini del "Philosophe" nell’età dei Lumi (Sellerio, 2002), L’arbre et le labyrinthe. Descartes selon l’ordre des Lumières (Editions Champion, 2009). Ha inoltre curato una raccolta di Letture cartesiane (Bologna, 2003). In collaborazione con F. Guénard e F. Markovits, ha pubblicato un numero monografico della rivista filosofica «Corpus» dedicato a L’ordre des renvois dans l’Encyclopédie (2007). In collaborazione G. Gori, ha curato un numero monografico della «Rivista di storia della filosofia» che ha per titolo “Commentatio mortis”. Le morti dei filosofi in epoca moderna (2012); in collaborazione con N. Panichi ha edito un numero monografico della rivista «Montaigne Studies» dal titolo Montaigne et Descartes. A philosophical genealogy (2013)