2 febbraio 2017
Teatro Ariosto
Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto
Schwarzfahrer, un film di Jirì Kyliàn
14’20’’ estratto/duo dall’opera 27’52’’ coreografia Jirì Kyliàn
LEGO
coreografia, allestimento e costumi Giuseppe Spota
Schwarzfahrer
un film di Jirí Kyliàn
idea originale e coreografia Jirí Kyliàn
regia Jirí Kylián
con Sabine Kupferberg, Patrick Marin
Il lavoro che vede il debutto di Jirí Kylián come regista è Schwarzfahrer (6’, 2014), interpretato da Sabine Kupferberg e Patrick Marin, un corto che nasce dal suggerimento del cameraman Jan Malir.
Girato a Praga in un tram storico del 1930, Schwarzfahrer è un termine tedesco utilizzato per indicare quei passeggeri senza biglietto. Il corto narra il surreale incontro di due passeggeri in un viaggio nostalgico che simboleggia la perdita irrevocabile di un amore giovanile: una donna di mezza età e un giovane uomo precipitano attraverso il tempo e lo spazio in ricordi forse mai accaduti. Le immagini poetiche elaborate attraverso le nuove tecnologie – lo stesso Kylián ha dichiarato che per un particolare effetto del film sono state necessarie 600 ore di lavoro – sono accompagnate da Nacht und Träume di Schubert che avvolge il film in un velo di lirismo e lo rende ancor più intenso e poetico. Sabine, musa ispiratrice del Maestro cecoslovacco e interprete dei lavori kylianiani sin dai tempi di Sinfonietta (1978) dice: “Vedere questo film insieme è stato come un viaggio, mi sono commossa. In alcuni casi sentivo di interpretare diverse donne nello stesso personaggio.”
Girato a Praga in un tram storico del 1930, Schwarzfahrer è un termine tedesco utilizzato per indicare quei passeggeri senza biglietto. Il corto narra il surreale incontro di due passeggeri in un viaggio nostalgico che simboleggia la perdita irrevocabile di un amore giovanile: una donna di mezza età e un giovane uomo precipitano attraverso il tempo e lo spazio in ricordi forse mai accaduti. Le immagini poetiche elaborate attraverso le nuove tecnologie – lo stesso Kylián ha dichiarato che per un particolare effetto del film sono state necessarie 600 ore di lavoro – sono accompagnate da Nacht und Träume di Schubert che avvolge il film in un velo di lirismo e lo rende ancor più intenso e poetico. Sabine, musa ispiratrice del Maestro cecoslovacco e interprete dei lavori kylianiani sin dai tempi di Sinfonietta (1978) dice: “Vedere questo film insieme è stato come un viaggio, mi sono commossa. In alcuni casi sentivo di interpretare diverse donne nello stesso personaggio.”
14’20’’
estratto/duo dall’opera 27'52''
coreografia Jirí Kylián
musica Dirk Haubrich (nuova composizione, basata su 2 temi di Gustav Mahler)
scene Jirí Kylián
costumi Joke Visser
luci Kees Tjebbes
Il titolo 14'20" deriva semplicemente dalla durata di questo pezzo. Si tratta, infatti, di una parte dell’opera originale intitolata 27'52". La nostra vita sembra essere scandita dal tempo – Ma "tempo" è un termine molto astratto! Non sappiamo cosa sia il tempo. Abbiamo creato macchine che misurano il tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima. Questo aspetto è sicuramente molto importante, ma diversi filosofi ci dicono che il "tempo" non esiste – Ci insegnano che il "tempo" è solo un’invenzione degli esseri umani. Tutto ciò è possibile, ma una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo e quello in cui moriamo. L’opera che ho realizzato non riguarda solo il "tempo". Affronta anche altri temi quali la "velocità", l’"amore" e l’"invecchiamento". In effetti è tutto molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente inspiegabile. (Jirí Kylián)
LEGO
coreografia, allestimento e costumi Giuseppe Spota
musiche Ezio Bosso, A Filetta, Jóhann Jóhannsson, Ólafur Arnalds/Nils Frahm
luci Carlo Cerri
video e sound design OOOP Studio
realizzazione costumi Francesca Messori – Sartoria Aterballetto
Ponti, legami, strade da seguire per cercare se stessi, per cercare amore, amicizia, famiglia, vita. Eventi che stabiliscono unioni, che si trasformano in altri eventi. La necessità suprema e ineluttabile di camminare, di realizzare, mattone dopo mattone, la via da percorrere, di comprendere coloro che ne faranno parte e di raccogliere tasselli senza i quali molti rapporti non sarebbero tali. Il disegno di una grande mappa, dunque: strade e dedali che si intersecano, si incontrano e scontrano, che indicano la direzione ed il movimento, che creano relazioni casuali o volontarie. Ma una città non è sempre perfetta. In questo andirivieni intricato è facile perdere l’orientamento. Alcune strade potranno essere chiuse o con lavori in corso, tanto dissestate da compromettere gli stessi incontri. Ognuno avrà una reazione: ci sarà chi tornerà indietro e ricomincerà dal punto di partenza, chi si arrenderà e chi deciderà di superare gli ostacoli ricostruendo, coi tasselli trovati, quella strada che tanto appariva insidiosa ed incerta.