Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
Lost Shadows
#hybrid
Tempesta/The Spirits
E-Ink
Upper-East-Side
Lost Shadows prima assoluta
coreografia Eugenio Scigliano
musiche Franz Schubert
sound design OOOPStudio
costumi Kristopher Millar & Lois Swandale
luci Carlo Cerri
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto – Francesca Messori
Ombre di un ricordo di cui si sono perse le tracce.
#hybrid
coreografia Philippe Kratz
musiche Romare
luci Carlo Cerri
Stili di danza differenti, pensati spesso come opposti, violano le barriere dei propri generi, quasi a raggiungere un benefico sincretismo.
Tempesta/The Spirits
coreografia Cristina Rizzo
ideazione costumi Cristina Rizzo
musiche Autori Vari
consulenza sonora e mixage Spartaco Cortesi
luci Carlo Cerri
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto/Francesca Messori
E’ nei meccanismi del dialogo e della relazione che è possibile applicare un rigoroso esercizio quotidiano capace di sollevarsi dai sistemi dominanti della soggettività, di rinominare i desideri e far apparire una qualità molto specifica di vicinanza. Stare in un luogo trovato insieme, starci e costruire insieme uno stato lievissimo di gesti, di delicate negoziazioni per formare nuovi fraseggi e qualità diverse del tempo, riabilitare insieme l’apparizione, un avvento.
E-Ink /
uno spettacolo di mk riallestito per RIC:CI da Aterballetto
interpreti Damiano Artale, Philippe Kratz
coreografia Michele Di Stefano
musica Paolo Sinigaglia
luci e abiti Michele Di Stefano
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto/Francesca Messori
Questo lavoro nasce dalla curiosità per le modalità di trasmissione dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di una destabilizzazione. Esatta ed ambigua ad un tempo, la loro comunicazione è organizzata sul momentaneo addomesticamento di ciò che per sua natura desidera essere continuamente riscritto, reinventato. E frainteso.
Forse nel cambiamento costante degli stati corporei, nel loro rimescolio non consequenziale, è possibile avvicinarsi a questo punto di vista non ordinario, alle potenzialità compositive di una scrittura mutante come gli inchiostri elettronici del futuro prossimo, ma che può essere letta solo come presentimento.
Michele Di Stefano 1999
E-ink è un duetto interamente scritto, fin nel minimo dettaglio, a tal punto da risultare parossistico e maniacale nella sua abbondanza di segni, ognuno dei quali risponde ad una logica ritmica differente. Mentre ricostruivamo il lavoro per Aterballetto, a distanza di più di 15 anni, è stato soprattutto il corpo a ritrovare l’esattezza di quella scrittura, a rimettere in connessione tutti i particolari scollegati tra di loro per farli ridiventare organici nella loro misteriosa iconografia.
Quel che abbiamo chiesto ai due nuovi interpreti è stato soprattutto una fiducia incondizionata nei confronti di questo sistema irriconoscibile, per produrre fisicamente un ritmo non necessariamente identico a quello originario ma capace di ricreare la stessa assoluta arbitraria autorevolezza di cui il lavoro è fatto. E la generosa arrendevolezza di questi nuovi corpi ha permesso il riaffiorare di una dinamica coreografica basata proprio sul contrasto tra precisione e spaesamento, basata cioè sullo stesso principio per il quale l’oracolo di Delfi si faceva tramite di una potenza indicibile e lo faceva producendo versi perfettamente cesellati. La danza è evidentemente anche una questione di linguaggio.
In questo senso il progetto RIC.CI, che ha dato il via alla riapparizione della coreografia, offre la possibilità di rintracciare proprio nell’origine scritturale di un atto creativo uno dei presupposti fondamentali della sua intraducibilità.
Michele Di Stefano 2015
Upper-East-Side
coreografia Michele Di Stefano
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
luci Carlo Cerri
La matematica della “frase” coreografica, la sua collocazione all’interno di un sistema, la sua riproducibilità nel tempo e le conseguenze che essa produce sono il punto di partenza di questo lavoro. Dalla grammatica alla geografia, l’informazione viaggia per creare un impatto linguistico nello spazio, in un continuo desiderio di scambio, per far vivere la danza come una condizione ambientale, esplorativa. Che cosa rende abitabile un luogo? L’architettura che lo contiene o la dinamica dei suoi attraversamenti? Un corpo che danza lo fa veramente quando permette ad un’altra danza di esistergli accanto. Così costruiamo un paesaggio, così traslochiamo nei quartieri alti.
Danza 2024-2025
15 gennaio 2025
Tanzmainz • Philippe Kratz / Sharon Eyal
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19 febbraio 2025
Compagnia Zappalà Danza • Trilogia dell'estasi
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5 marzo 2025
CCN Aterballetto • Morau
Notte Morricone
Teatro Municipale Valli
10 maggio 2025
Ballet National de l'Opéra de Lyon / Naharin • Last Work
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