Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto
Nuove coreografie: Longo - Kratz - Di Stefano
Nude Anime
musiche originali Matteo Stocchino
danzatori Martina Forioso, Johanna Hwang, Marietta Kro, Ina Lesnakowski, Ivana Mastroviti, Lucia Vergnano, Serena Vinzio, Chiara Viscido
visuals Kalimera, da fotografie di Bruno Cattani
ideazione costumi Francesca Messori
luci Carlo Cerri
realizzazione costumi Sartoria Aterballetto, Francesca Messori, Nuvia Valestri
prima assoluta Reggio Emilia, Fonderia, 30 aprile 2014
SENTieri
coreografia Philippe Kratz
musiche Fryderyk Chopin, Alessandro Grisendi, Krzysztof Penderecki, Dmitri Yanov-Yanovsky
danzatori Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Martina Forioso, Johanna Hwang, Marietta Kro, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini, Serena Vinzio
Upper East Side – prima assoluta
coreografia Michele Di Stefano
musica Lorenzo Bianchi Hoesch
danzatori Saul Daniele Ardillo, Hektor Budlla, Johanna Hwang, Marietta Kro, Ivana Mastroviti, Riccardo Occhilupo, Roberto Tedesco, Serena Vinzio, Chiara Viscido
disegno luci Carlo Cerri
La seconda presenza di Aterballetto nel programma di Aperto è una serata composita, con tre coreografie di altrettanti autori diversi.
Nude Anime, ovvero l’universo femminile: l’amore, la dolcezza, l’intimità, la violenza. Sono sufficienti ad identificarlo? No, non lo sono, serve molto di più. Tutto è scritto nello sguardo, traspare dal linguaggio dei corpi; saranno proprio loro e il loro movimento a darci l’alfabeto per trasmettere tutto quello che sentiamo “Essere” in una donna.
SENTieri. Quando i pensieri errano per le contorte vie delle nostre menti spesso incontrano contrastanti emozioni legate a lontani ricordi. Pertanto, così come, camminando in una giornata di sole sentiamo gli alberi dai rami forti rassicurarci e il piccolo ruscello allegro farci compagnia, in una giornata fredda e nevosa sovente basta un avvenimento sgradevole per scatenare una valanga di gelide reminiscenze.
Dipenderà da noi scartare l'amaro ricordo creando nuovi momenti più piacevoli e indimenticabili.
“Per Upper East Sides immagino un lavoro corale, costruito su un impianto di scrittura molto preciso, in cui la grammatica del corpo è al servizio dello spazio che essa crea, allo scopo di permettere ad altri corpi di abitarlo. Il movimento è dunque prodotto per creare una condizione esterna al corpo; la danza acquisisce un carattere esplorativo e diventa una questione di orientamento. Mi interrogo in questi termini sulla matematica della 'frase', la sua collocazione all’interno di un sistema, la sua riproducibilità nel tempo e le conseguenze che essa produce. Dalla grammatica alla geografia, l’informazione viaggia per creare un impatto linguistico e un corpo in continuo assetto di scambio, pronto al trasloco definitivo nei quartieri alti.” (M.D.S.)