Donatella Di Cesare
Il complotto al potere
Dialogo con Ivan Levrini
Il complotto è il dispositivo in cui il potere si articola, si esercita, si dissimula. È la maschera del potere nel tempo del potere senza volto.
Il complottismo non è un delirio né una menzogna, non è un crampo mentale né un argomento fallace. Piuttosto è un problema politico. Donatella Di Cesare considera su uno sfondo storico gli aspetti inediti di un fenomeno planetario, proponendo una visione originale in cui il complotto è lo spettro di una comunità frantumata.
Chi c’è dietro? Chi tira le fila? Il mondo, ormai illeggibile, ha un lato nascosto, un regno segreto, quello dello Stato profondo e del Nuovo Ordine Mondiale, dove si architettano piani, si manipolano informazioni, si controllano pensieri. Non è più un singolo intrigo. Il complotto è la forma in cui si rapportano al mondo i cittadini che si sentono condannati a una frustrante impotenza, inermi di fronte a un dispositivo tecno-economico insondabile, manovrati da un potere senza volto.
Ecco perché il complottismo, che mette allo scoperto il vuoto della democrazia, si rivela una temibile arma di depoliticizzazione di massa. Il complotto è il dispositivo in cui il potere si articola, si esercita, si dissimula. È la maschera del potere nel tempo del potere senza volto.
IL LIBRO
Donatella Di Cesare
Il complotto al potere
Einaudi, 2021
Informazioni sullo spettacolo
20.02.2022 - h 11:00 - Ridotto del Teatro Valli
L’incontro sarà trasmesso anche in diretta streaming su questo sito e sulle pagine Facebook e YouTube dei Teatri di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione con il Centro Interateneo Edunova dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Ingresso con Green pass rafforzato e mascherina Ffp2.
Donatella Di Cesare
Donatella Di Cesare è professoressa di Filosofia teoretica all’Università di Roma “La Sapienza”. È tra le voci filosofiche più presenti nel dibattito pubblico sia accademico sia mediatico. Collabora con numerosi quotidiani e riviste italiani e internazionali. Si è occupata di temi relativi al linguaggio e all’ermeneutica, con particolare riferimento alla filosofia ebraica e all’esperienza della Shoah. Gli interrogativi etici e politici sulla violenza nell’età della globalizzazione l’hanno spinta a studiare il fenomeno della tortura e quello del terrore, indagando anche le figure dello straniero, del migrante e la questione della cittadinanza.