17 novembre 2017
Teatro Municipale Valli
Die Deutsche Kammerphilharmonie Bremen
W. A. Mozart, Sinfonia n. 32 in sol maggiore KV 318
R. Schumann, Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op.54
F. Mendelssohn, Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 “Scozzese"
R. Schumann, Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op.54
F. Mendelssohn, Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 “Scozzese"
Mozart e Schumann sono personalità piuttosto lontane fra loro, quasi opposte: quanto fluente, cristallino, apollineo è il primo, tanto il secondo è tormentato e intellettuale – incarnazioni, diversamente geniali, dello spirito musicale classico e di quello romantico. La Sinfonia K 318 cade in una fase storica di crescita e innovazione del discorso sinfonico, da intrattenimento a mezzo espressivo e costruttivo – una trasformazione cui Mozart contribuisce con la sua zampillante immaginazione tematica e strumentale.
Viceversa il Concerto op. 54 è un parto protratto, complesso, ambiguo. Denso e di grande intensità psicologica, è stato definito il più romantico di tutti i concerti pianistici e, secondo le parole di Schumann, “qualcosa a metà fra sinfonia, concerto e grande sonata”: qualcosa cioè che rompe i confini fra i generi codificati in nome dell’espressione individuale.
Mendelssohn sta a metà strada fra le due personalità: forse più vicino a Mozart per indole, e più vicino a Schumann per scelta. La Sinfonia n. 3, scritta dopo un viaggio in Scozia, testimonia questa posizione ambivalente, fra il dominio ferreo, e classicistico, della forma e la sensibilità pienamente romantica che lega la creazione all’esperienza del viaggio, alla scoperta di miti originari, di cui la terra scozzese è simbolo ideale.
Viceversa il Concerto op. 54 è un parto protratto, complesso, ambiguo. Denso e di grande intensità psicologica, è stato definito il più romantico di tutti i concerti pianistici e, secondo le parole di Schumann, “qualcosa a metà fra sinfonia, concerto e grande sonata”: qualcosa cioè che rompe i confini fra i generi codificati in nome dell’espressione individuale.
Mendelssohn sta a metà strada fra le due personalità: forse più vicino a Mozart per indole, e più vicino a Schumann per scelta. La Sinfonia n. 3, scritta dopo un viaggio in Scozia, testimonia questa posizione ambivalente, fra il dominio ferreo, e classicistico, della forma e la sensibilità pienamente romantica che lega la creazione all’esperienza del viaggio, alla scoperta di miti originari, di cui la terra scozzese è simbolo ideale.
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