Con parole precise. Diario di scrittura civile
di Gianrico Carofiglio
con l’autore dialoga Gino Ruozzi
Con parole precise più che un titolo è una risposta. Una risposta sintetica e frontale alla domanda: come bisogna scrivere? Dicendo "con parole precise" non si indica una qualità, ma un modo. Un modo di argomentare, di comunicare, di esprimersi. Come? Con parole precise. Un po' come dire "ad alta voce". E con la sua inconfondibile voce, Gianrico Carofiglio ci propone un decalogo, un prontuario, un breviario (questa è la parola precisa) della scrittura onesta, coltivata, democratica: in una parola, civile. Ci spiega perché tanti testi giuridici – ma anche politici, burocratici, aziendali – sono scritti male. Ma soprattutto ci spiega come fare a scrivere bene. Contrapponendo, all'astratta e compiaciuta opacità di certa lingua delle istituzioni, la concretezza di una scrittura sobria e attenta. Una scrittura bella: dunque più efficace e più persuasiva. Perché scrivere bene ha un'attinenza diretta con la qualità del ragionamento. Implica chiarezza di idee da parte di chi scrive e provoca in chi legge una percezione di onestà. Come sosteneva Calvino, infatti, «cercare di pensare e d'esprimersi con la massima precisione possibile proprio di fronte alle cose più complesse è l'unico atteggiamento onesto e utile».
G. Carofiglio, Con parole precise, Laterza 2015
Gianrico Carofiglio
È stato a lungo un pubblico ministero, specializzato in indagini sulla criminalità organizzata. Nel 2007 viene nominato consulente della commissione parlamentare antimafia e dal 2008 al 2013 è senatore della Repubblica. Nel febbraio 2015 è stato nominato presidente della Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Esordisce nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole (Premio del Giovedì “Marisa Rusconi”, Premio Città di Chiavari), creando il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, molto amato dai lettori e protagonista di romanzi diversi romanzi successivi. Tra le altre opere di narrativa e saggistica, molti quelli che hanno ricevuto premi prestigiosi. Testimone inconsapevole, Ad occhi chiusi, Il passato è una terra straniera sono diventati film, mentre La manomissione delle parole (2010) è divenuto uno spettacolo teatrale, interpretato dallo stesso autore.
Gino Ruozzi
Insegna Letteratura italiana nell’Università di Bologna. Collaboratore delle riviste «Italianistica», «Studi e problemi di critica testuale», «Filologia e critica», «Proteo», «Humanitas», «Nuovi Argomenti», è studioso del Quattrocento, del Settecento e del Novecento, con particolare interesse per i generi aforistico ed epigrammatico. Ha stampato saggi su Leon Battista Alberti, Salvator Rosa, Francesco Algarotti, Saverio Bettinelli, Giacomo Casanova, Vincenzo Monti, Georg Christoph Lichtenberg, Giacomo Leopardi, Antonio Fogazzaro, Ennio Flaiano, Gesualdo Bufalino, Ferruccio Masini, Sergio Quinzio, Ottiero Ottieni. Ha pubblicato Scrittori italiani di aforismi (2 voll., “I Meridiani” Mondadori, 1994-96), Epigrammi italiani (Einaudi, 2001), Favole, apologhi e bestiari (bur, 2007), Ennio Flaiano, una verità personale (Carocci, 2012
Informazioni sullo spettacolo
21.02.2016 - h 11:00 - Sala degli Specchi del Teatro Valli