CON LA BAMBOLA IN TASCA
Teatro delle Briciole
ispirato alla favola Vassilissa la bella di Afanasiev
testo Bruno Stori
regia Letizia Quintavalla
con Laura Magni
Con la bambola in tasca ha segnato la storia del teatro ragazzi per il particolare ed emozionante gioco di relazione che si crea tra una bambina "catturata" dal pubblico e l'attrice in scena. Nello spettacolo, pensato appositamente per un numero limitato di spettatori, sono racchiusi tutti gli elementi che hanno contraddistinto in questi anni la poetica del Teatro delle Briciole: l'attenzione per il pubblico e lo spazio scenico, la forte presenza di oggetti di scena semplici, "ancestrali", ma che possono moltiplicarsi grazie all'esercizio della fantasia e dell'immaginazione, la forte relazione tra materia e musica, il teatro come iniziazione.
Vassilissa è la storia del passaggio di madre in figlia, da una generazione all’altra, del potere femminile dell’intuito, simbolizzato dalla bambola che Vassilissa tiene sempre dentro la tasca, cioè la capacità di vedere dentro, di ascoltare, di sentire e sapere veloci come il fulmine, di comprendere che spesso le cose non sono come appaiono e si ricorre all’intuito per scoprirle. Nell’antico racconto russo l’iniziazione è messa in atto dall’esecuzione di determinati compiti.
Il fine è una relazione affettuosa e sincera con questo essere che chiamiamo “la donna sapiente”, la vecchia dea selvaggia, la Baba Jaga, alla quale Vassilissa chiede il fuoco. La ricerca del fuoco costringe la bambina a lasciare la casa e entrare, rabbrividendo, in una vita nuova.
Dunque allentare la presa sullo splendente archetipo della madre dolce e buona è il primo passo. Lasciamo il capezzolo e impariamo ad andare a caccia. C’è una madre selvaggia che ci aspetta, per insegnarci. Ma nel contempo dobbiamo tenerci strette alla bambola mentre ne apprendiamo gli usi.