BRIMBORIUM! Ossia L’armadio dei ricordi
Favola per musica
libretto Francesco Peri
musica Mauro Montalbetti
Nicoletta Luisa Cipolla
Pavel Arianna Cerri / Fabio Righi
Madame Cliquot Matilde Lazzaroni
Il Signor Quick Alessandra Bortolato
Il signor Ottavio Niccolò Roda
Ensemble strumentale e Coro di voci bianche della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
maestro concertatore e direttore Carlo Boccadoro
regìa Barbara Di Lieto
scene e costumi Domenico Franchi
luci Stefano Mazzanti
movimenti coreografici Alessandra Bortolato
acting coach Luca Cattani
maestra del coro di voci bianche Costanza Gallo
Produzione della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Brimborium! ha vinto nel 2013 il Premio Abbiati per la Scuola, che da sempre individua progetti educativi originali e innovativi orientati a dimostrare l’importanza didattica, affettiva e comunicativa della musica.
In questa produzione l’intento è avvicinare all’opera il mondo dell’infanzia e promuovere l’educazione alla musica anche attraverso un diretto coinvolgimento dei giovani nella realizzazione dello spettacolo: i ragazzi saranno i cucchiaini che, alternandosi in parti di recita, di canto, di sonorizzazioni e di movimento-danza, porteranno in scena i risultati di un significativo percorso didattico e artistico durato diversi mesi.
La raffinatezza di scrittura musicale messa in gioco da Mauro Montalbetti rende l'opera senz'altro godibile anche per un pubblico adulto.
Brimborium! è un’antica parola tedesca che significa ammasso di ciarpame, di oggetti inutili. Partendo dalla suggestione del capolavoro di Ravel L’enfant et les sortileges, e dal cartone animato Toys Story, è nata l’idea di raccontare la storia di oggetti animati rinchiusi in un armadio che, grazie al suono di un violino e alla memoria del “mondo di fuori” (conservata gelosamente dai più anziani), superano le rispettive problematiche, si alleano, e costruiscono l’oggetto che li libererà. È una favola musicale, concepita per essere un'esperienza emozionante, didattica e formativa per i giovani.
In un vecchio armadio chiuso vive un gruppo di oggetti dismessi. Nicoletta, un trofeo tennistico di bronzo; Quick, un malinconico flauto di legno senza più voce; Madame Cliquot, un'anziana e dignitosa teiera; Ottavio, un orologio a cipolla; un servizio di cucchiaini d'argento e un cucchiaino di stagno, Pavel. Prigionieri di un tempo ripetitivo, adagiati nella noia, rimuginano le loro ossessioni e i loro rimpianti, assillati dal ricordo di un mondo esterno della cui esistenza non sono neppure più certi. Ecco all'improvviso, il suono di un violino: è un giovane musicista che si esercita nella vecchia casa. Il flauto Quick è l'unico a percepire la musica e a reagire, inscenando una stramba pantomima. Il mondo esterno ha preso la forma di un richiamo. A poco a poco, tra ripicche e resistenze, anche gli altri oggetti sono contagiati dalla speranza che sembrano emanare gli atteggiamenti di Quick. Persino Ottavio, difensore dello status quo, finisce per convincersi: forse non è troppo tardi per ricominciare a vivere. Come fare, tuttavia, per uscire dall'armadio? L'unica speranza è usare la racchetta di Nicoletta come una chiave, ma la tennista non è disposta a sacrificare il simbolo della sua gloria sportiva. Eppure il suono della musica ha cambiato le cose: è ormai impossibile tornare alla vecchia routine! Soltanto venendo a patti gli uni con gli altri, superando le loro riserve e risolvendo i piccoli conflitti che li dividono gli oggetti riusciranno a ritrovare la libertà. Quando Nicoletta, progressivamente isolata dagli altri oggetti ormai decisi a rispondere al richiamo del mondo esterno, decide di subordinare il proprio orgoglio al bene comune, il sacrificio della sua racchetta permetterà di fabbricare una chiave, che verrà saldata con il provvidenziale stagno del berretto di Pavel. La serratura scatta, la porta si apre. Gli oggetti escono dall'armadio: fuori, in un mondo che conoscevano ma che forse non riconosceranno più.