Antigone e i suoi fratelli
regia di Gabriele Vacis
Argomenti che coinvolgono l’umanità oggi come allora: c’è qualcosa per cui saremmo disposti a morire? E di conseguenza per cosa vale la pena vivere?
Antigone è tra i personaggi della tragedia classica che, ancora oggi, riesce a parlare con forza alla nostra contemporaneità, ed è da sempre l’emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito e ai compromessi. Gabriele Vacis, pur partendo dal testo di Sofocle e dalla storia che in esso è raccontata, mette in scena una fitta rete di rimandi alla storia di questo personaggio che attraversa tutti i tragici greci: da Sette a Tebe di Eschilo per arrivare fino a Fenicie di Euripide, alla ricerca della “sostanza pesante della fraternità”.
Note di regia
Antigone e i suoi fratelli mette in scena uno dei personaggi femminili più importanti della storia del teatro attraverso due tragedie: Fenicie di Euripide e Antigone di Sofocle, perché conoscendo gli antefatti è possibile comprendere meglio le scelte di Antigone. Poi ci sono le risposte degli attori ad alcune domande che il testo ci ha posto:
Quando avete cambiato idea?
Avete qualcosa per cui vale la pena vivere? Avete qualcosa per cui vale la penamorire? Quando avete compiuto azioni eccessive? Quando avete
avuto paura per qualcuno? Quando è stato troppo tardi? Quando sei stata/stato Eteocle equando Polinice? Quando sei stata/stato Antigone e
quando Ismene?
Antigone nel corso dei secoli, dei millenni, è stata il simbolo della rivoluzione ma anche della conservazione più oscurantista. Negli ultimi anni, per esempio, era di moda prendere le parti di Creonte: Antigone potrebbe essere la sorella di un capomafia che pretende funerali con fuochi d’artificio per il fratello assassinato e Creonte il giudice che nega l’autorizzazione. All’epoca dei tragici, nel quinto secolo avanti Cristo, in Grecia, stavano inventando la democrazia. E Antigone potrebbe essere l’erede di un’aristocrazia che difende antichi privilegi di fronte al nuovo che avanza. È comprensibile che gli anni appena passati chiedessero legalità dopo decenni di leggi “ad personam”, che facessero il tifo per la ragion di Stato, che è Creonte.
Per contro, quando io avevo l’età dei ragazzi che sono in scena nello spettacolo, ribellarsi era giusto! Com’era giusto per i genitori della mia generazione, che andavano in montagna a fare i partigiani quand’erano ancora adolescenti. Sono questo i classici, comprendono la cosa e il suo contrario, contengono i paradossi, sono specchi che riflettono gli sguardi di un’epoca.
Gabriele Vacis
Informazioni sullo spettacolo
13.11.2024 - h 20:30 - Teatro Ariosto (Primo turno)
14.11.2024 - h 20:30 - Teatro Ariosto (Secondo turno)
1 ora e 40 minuti senza intervallo
Platea e Balconata I e II ordine centrale
€ 25,00
Balconata I e II ordine laterale
€ 20,00
Galleria
€ 20,00
Riduzioni
Iscritti Unimore > 50%
Under 30 > 30%
Amici dei Teatri > 20%
Over 65 > 15%
Giovedì 14 novembre, alle ore 17.00, al Teatro Ariosto si terrà un incontro con attrici e attori della compagnia P(o)EM: una collaborazione tra Fondazione I Teatri, Supercultura (percorso di progettazione di Comune, Fondazione Palazzo Magnani e Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro) e Teatro dell’Orsa. Ingresso libero anche per chi non ha il biglietto per lo spettacolo.
Rimanda prepotentemente nel vivo dell’attualità, la vicenda di Antigone che sacrifica la sua vita per amore del fratello Polinice. «Antigone è un’eroina ribelle che assomiglia alle ragazze iraniane, che lottano e sono disposte a morire per affermare i loro diritti» dichiara, tra il resto, Vacis, immettendoci così nel focus del suo adattamento della nota tragedia sofoclea, ricercandone la «sostanza pesante della fraternità». Parte da “Sette contro Tebe” di Eschilo e da “Fenicie” di Euripide, le altre tragedie dove si parla della reciproca uccisione di Eteocle e Polinice – racconto riassunto da più voci rivolte al pubblico -, per giungere all’eroina di Sofocle.
Giuseppe di Stefano, Exibart
Crediti
da Sofocle
adattamento e regia Gabriele Vacis
con (in ordine alfabetico) Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Lucia Corna, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà
scenofonia e ambienti Roberto Tarasco
pedagogia dell’azione e della relazione Barbara Bonriposi
dramaturg Glen Blackhall
suono Riccardo Di Gianni
cori a cura di Enrica Rebaudo
Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Associazione Culturale PoEM
Con il sostegno di

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