L’alfa e l’omega della produzione oratoriale di Georg Friedrich Händel.
G.F. Händel, Il Trionfo del Tempo e del Disinganno (HWV46A)
Oratorio su testo di Benedetto Pamphilj
Sophie Rennert, Piacere
Monica Piccinini, Bellezza
Delphine Galou, Disinganno
Anicio Zorzi Giustiniani, Tempo
Ottavio Dantone – direttore al clavicembalo
ACCADEMIA BIZANTINA
Alessandro Tampieri – concertmaster
Lisa Ferguson, Valentina Giusti, Lavinia Soncini – violini I
Ana Liz Ojeda, Mauro Massa, Heriberto Delgado – violini II
Marco Massera, Alice Bisanti – viole
Emmanuel Jacques, Paolo Ballanti – violoncelli
Nicola Dal Maso, Luca Bandini – violoni
Tiziano Bagnati – liuto
Alberto Guerra – fagotto
Emiliano Rodolfi, Rei Ishizaka – oboi e flauti
Stefano Demicheli – organo
È l’estate del 1707 quando i romani ascoltano il primo oratorio del ventiduenne Georg Friedrich Händel, su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj. Bellezza vive secondo le regole del Piacere, finché Tempo e Disinganno non la inducono ad accettare la caducità delle cose. Quattro personaggi allegorici per un manifesto di austerità che porta l’eco della Controriforma. Il luterano Händel si fa conoscere così all’Italia, dove rimarrà fino al 1710 toccando mete obbligate (Firenze, Venezia, Napoli), prima di mettere radici definitive a Londra. Ma su questo oratorio continuerà a lavorare per mezzo secolo. Ne appronta diverse versioni, dal 1737 al 1757, due anni prima di morire. Per questo, Il Trionfo del Tempo e del Disinganno può essere considerato l’alfa e l’omega della sua produzione oratoriale.
Pochi dubbi sul fatto che sia un capolavoro: nella sua prima opera in italiano per il mercato inglese, Rinaldo (1711), Händel travasa l’aria più famosa del suo oratorio, “Lascia la spina”, poi cambiata in “Lascia ch’io pianga”. Dall’Italia trae indicazioni fondamentali sull’uso degli archi e della vocalità, tesse relazioni e guadagna crediti che potrà spendere quando, da produttore e impresario di se stesso, metterà in scena le sue opere, fino al fatidico 1742, l’anno del Messiah, che segna il ritorno in auge dell’oratorio, un genere snello, economico, affrancato dai capricci delle star del canto e dalle esigenze sceniche. Una panacea per le casse del compositore-imprenditore. Alla sua morte, Händel lascerà un tesoro di 17.500 sterline, oltre 2 milioni al cambio attuale.
Foto: Giulia Papetti (AB e Delphine Galou), Fabio Boni (Monica Piccinini)
Informazioni sullo spettacolo
08.05.2021 - h 19:00 - Teatro Valli
1 ora e 45 minuti
Platea e Palchi I, II e III ordine centrale
€ 35,00
Palchi IV ordine centrale
€ 35,00
Palchi I, II e III ordine laterale
€ 25,00
Palchi IV ordine laterale
€ 25,00
Galleria
€ 20,00
Riduzioni
Iscritti Unimore > 50%
Under 28 > 30%
Amici dei Teatri > 20%
Over 65 > 15%
Under 20 > 10 euro (disponibilità limitata)
Abbonati alla Stagione dei Concerti 2019-2020 20%
Biglietti in vendita da giovedì 29 aprile.
In vendita online solo i biglietti interi.
Accademia Bizantina
Nasce a Ravenna nel 1983 con l’intento programmatico di fare musica come un grande quartetto. Oggi come allora, il gruppo è gestito in modo autonomo dai propri componenti custodi e garanti di quell’approccio interpretativo cameristico che lo ha sempre contraddistinto.
Questa filosofia unita a un profondo studio collettivo ha permesso all’Ensemble di specializzarsi nell’esecuzione su strumenti originali del repertorio musicale del XVII, XVIII e XIX secolo. Nel corso degli anni ha saputo distinguersi e conquistare un posto di rilievo nelle preferenze del pubblico e della critica, adottando un proprio stile interpretativo che trae la ragion d’essere nella ricerca e nell’appropriazione di un linguaggio e di una prassi esecutiva comune e condivisa che presuppone una attenta lettura della partitura e predilige l’accuratezza stilistica dell’esecuzione, come nella più nobile tradizione cameristica italiana.
Ottavio Dantone entra a far parte stabilmente del gruppo nel 1989 in qualità di clavicembalista e nel 1996 viene nominato direttore musicale e artistico divenendo il garante del prestigio e della qualità artistica dell’ensemble. Sotto la sua guida esperta e in piena armonia con Alessandro Tampieri, primo violino del gruppo, continua il percorso di focalizzazione e di specializzazione nell’ambito della musica antica con l’intento di coniugare ricerca filologica e studio della prassi estetica interpretativa ed esecutiva del Barocco.
Come in un mosaico bizantino, la competenza, la fantasia e la raffinatezza di Dantone, sono andate fondendosi con l’entusiasmo e la complicità artistica di ogni singolo strumentista del gruppo dando corpo e sostanza ad interpretazioni che hanno permesso all’orchestra di essere accreditata come uno dei più prestigiosi Ensemble del panorama musicale internazionale.
Dal 1999, anno di esecuzione della prima opera in forma scenica – il “Giulio Sabino” di G. Sarti – Accademia Bizantina si è specializzata nella riscoperta e nell’esecuzione sia del repertorio operistico che dell’Oratorio barocco, proponendo, oltre ai titoli di cartellone più importanti, titoli mai eseguiti in tempi moderni.
L’ensemble si esibisce nelle sale da concerto e nei festival internazionali più prestigiosi. Numerose sono le incisioni per Decca, Harmonia Mundi e Naïve, oltre a una prestigiosa nomination al Grammy Music Award. Molteplici anche i premi e riconoscimenti come il Diapason d’Or, il Midem, Prix Classica e il Gramophone Award.
Ottavio Dantone
Dopo essersi diplomato al conservatorio G. Verdi di Milano in organo e clavicembalo, ha intrapreso giovanissimo la carriera concertistica segnalandosi presto all’attenzione della critica come uno dei clavicembalisti più esperti e dotati della sua generazione.
Nel 1985 ha ottenuto il premio di basso continuo al concorso internazionale di Parigi e nel 1986 è stato premiato al concorso internazionale di Bruges. E’ stato il primo italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti a livello internazionale in ambito clavicembalistico.
Profondo conoscitore della prassi esecutiva del periodo Barocco, dal 1996 è il Direttore Musicale dell’Accademia Bizantina di Ravenna con la quale collabora dal 1989. Sotto la sua direzione l’Accademia Bizantina, nel giro di pochi anni, si afferma come uno degli Ensemble di musica barocca con strumenti antichi più noti ed accreditati nel panorama internazionale.
Nel corso dell’ultimo ventennio, Ottavio Dantone ha gradualmente affiancato alla sua attività di solista e di leader di gruppi da camera, quella di Direttore d’Orchestra, estendendo il suo repertorio al periodo classico e romantico.
Il suo debutto nella direzione di un’opera lirica risale al 1999 con la prima esecuzione in tempi moderni del “Giulio Sabino” di Giovanni Sarti al teatro Alighieri di Ravenna con la sua Accademia Bizantina.
La sua carriera lo ha successivamente portato ad accostare al repertorio più conosciuto la riscoperta di titoli meno eseguiti o in prima esecuzione moderna nei festival e nei teatri più importanti del mondo tra cui Teatro alla Scala di Milano, Glyndebourne Festival Opera, Teatro Réal di Madrid, Opéra Royale Versailles, Opera Zurich e London Proms.
Ha inciso, sia come solista che come direttore, per le più importanti case discografiche: Decca, Deutsche Grammophon, Naïve e Harmonia Mundi ottenendo premi e riconoscimenti prestigiosi dalla critica internazionale.
Sophie Rennert
Il mezzosoprano austriaco aveva un calendario fitto nel 2020: un mix ben bilanciato di opera, concreti, recital. In programma i ruoli di Phedra nell’Hippolyte et Aricie di Rameau al Nationaltheater Mannheim e Seconda Dama nel Flauto Magico al Festival di Salisburgo, ma anche recitals alla Schubertiade di Hohenems, al Musikverein di Vienna e al Concertgebouw di Amsterdam così come concerti tra cui la Nona di Beethoven a Monte Carlo e Aix-en-Provence con l’Orchestra di Monte Carlo. Tutto cancellato in epoca di pandemia e posticipato a data da destinarsi.
Nel passato recente ha attraversato tutti gli stili, epoche e generi: dall’Oratorio di Natale di Bach a Goteborg e al Requiem con l’Orchestra nazionale di Spagna e la Missa Solemnis di Mozart a Birmingham, alla registrazione del CD “Von den Göttern weiss ich nichts”, del compositore contemporaneo Uli Rennert. Ricordiamo ancora il ruolo di Lotario nell’omonima opera di Handel al Goettingen Handel Festival e al Teatro di Berna, il ruolo di Andronico nel Tamerlano di Vivaldi con l’ensemble Les Accents a Dortmund, Piacere nel Trionfo del Tempo e del Disinganno di Handel con Accademia Bizantina a Danzica, Idamante nell’Idomeneo di Mozart al Salzburg Landestheater, Giacinta ne La Finta Semplice di Mozart al Classical Opera di London, Angelina nella Cenerentola di Rossini al Nationaltheater Mannheim, Fanciulla Fiore nel Parsifal di Wagner al Bayreuth Festival, fino al ruolo di Harper Pitt in Angels in America di Peter Eötvös al Neue Oper Wien.
Ha vinto il Secondo premio e il premio del Pubblico al 7th International Cesti Competition for Baroque Singing in Innsbruck 2016 ed è risultata vincitrice anche all’International Mozart Competition di Salisburgo.
Sophie Rennert ha iniziato a studiare canto, insieme a violino e pianoforte, con la madre, il soprano Sigrid Rennert. Nel 2014 ha completato a pieni voti gli studi alla University of Music and Performing Arts di Vienna con Karlheinz Hanser e Charles Spencer. Ha seguito le masterclass di Brigitte Fassbaender, Ann Murray e Helmut Deutsch.
Monica Piccinini
Nata a Reggio Emilia, dopo aver completato gli studi di violino ha intrapreso lo studio del canto, dapprima con Franca Mattiucci, poi con Elena Kriatchko, sotto la cui guida si è diplomata con il massimo dei voti. Ha seguito corsi di perfezionamento sul Lied e la musica vocale del ‘900 con Eric Werba e Dorothy Dorow.
Ha debuttato nel ’99 ne L’Orfeo di Monteverdi (Teatro Real di Madrid, dir. J. Savall), ruoli di Musica e Euridice.
È stata tra gli altri Valletto e Fortuna ne L’Incoronazione di Poppea (Teatro Liceo Salamanca, dir. R. Alessandrini), Amore in La virtù degli strali d’Amore di F. Cavalli (Venezia Teatro Malibran, dir. F. Biondi), Claudia in Massimo Puppieno di A. Scarlatti (Teatro Politeama, Palermo, dir. F. Biondi), Argene in L’Olimpiade di Pergolesi (Cracovia Teatro, dir. Dantone), Minerva, Fortuna e Melanto in Il Ritorno di Ulisse in Patria di Monteverdi (Beaune Festival, Alessandrini), Clori in Clori, Dorino e Amore di Haendel (Münchner Rundfunk Orchestra, dir. Alessandrini), Bellezza in Il Trionfo del Tempo e del Disinganno di Haendel (Vicenza Teatro Olimpico), Vagaus in Juditha Triumphans di Vivaldi (Dir. Dantone).
Monica Piccinini dal 1999 collabora regolarmente con Hesperion XXI e La Capella Reial de Catalunya diretti da Jordi Savall.
Dal 2003 è membro di Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini.
Ha inciso per Naïve, Opus 111, Stradivarius, Tactus, Symphonia, Dynamic, Fuga Libera. Ha ricevuto la nomination ai Grammy Awards 2008 per la sua interpretazione ne L’Orfeo di Monteverdi nei ruoli de La Musica e Ninfa (Naive 2007).
Insegna Canto Pre Accademico presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “A. Peri” di Reggio Emilia.
Delphine Galou
Ha studiato contemporaneamente filosofia a La Sorbonne, piano e canto. Si è specializzata nel repertorio barocco, collaborando con ensemble quali Balthasar Neumann (Thomas Hengelbrock), I Barocchisti (Diego Fasolis), l’Accademia Bizantina (Ottavio Dantone), la Venice Baroque Orchestra (Andrea Marcon), Il Complesso Barocco (Alan Curtis), Les Siècles (François-Xavier Roth), Les Arts Florissants (William Christie), Le Concert des Nations (Jordi Savall), l’Ensemble Matheus (JeanChristophe Spinosi), Les Musiciens du Louvre (Marc Minkowski), Le Concert d’Astrée (Emmanuelle Haïm), l’Europa Galante (Fabio Biondi), Les Talens Lyriques (Christophe Rousset).
Delphine Galou è invitata regolarmente dalle più grandi sale internazionali: Théâtre des Champs-Élysées, Covent Garden di Londra, la Scala di Milano, Staatsoper Berlin, Opera di Zurigo, Theater an der Wien, Lincoln Center e Carnegie Hall di New-York, La Monnaie di Bruxelles, Opera d’Amsterdam. Ha interpretato i ruoli di Rinaldo, Giulio Cesare, Orlando furioso, Orfeo, Zenobia, Bradamante e via dicendo.
La sua discografia comprende Il Teuzzone, Orlando e l’Incoronazione di Dario di Vivaldi (Naïve), Alcina e Tamerlano di Handel (DVD Alpha), La Concordia dei Pianeti di Caldara (DGG), la Petite Messe Solennelle di Rossini (Naïve), Niobe di Steffani (Opus Arte), L’Enfant et les Sortilèges di Ravel (Naxos), la Passione di San Giovanni di Bach (Erato). Il suo recital con Ottavio Dantone e Accademia Bizantina, «Agitata» (Alpha) ha vinto nel 2018 il prestigioso Gramophone Award.
Anicio Zorzi Giustiniani
Fiorentino, ha intrapreso gli studi musicali di violino presso la Scuola di musica di Fiesole e di canto lirico presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e si è perfezionato con il tenore Fernando Cordeiro Opa e, successivamente, col soprano Silvia Bossa. Ha debuttato giovanissimo nel 2001 cantando il Te Deum di Charpentier al Teatro della Pergola di Firenze. Nel 2007 vince il VI° Concorso Internazionale di Musica Sacra e nel 2009 il XXXIX Concorso Toti dal Monte di Treviso per il ruolo del Conte Errico nell’opera La vera costanza di F. J. Haydn, che ha successivamente debuttato nei teatri di Madrid, Liège, Treviso e Reggio Emilia con la direzione di Jesús López-Cobos.
Tra i più recenti e futuri impegni ricordiamo: Alceste di Gluck diretto da René Jacobs; La Vedova allegra, Camille de Rossillon, al Teatro Petruzzelli di Bari e al Teatro San Carlo di Napoli; Orfeo di Monteverdi all’Opera di Losanna diretto da Ottavio Dantone; Il Matrimonio segreto, Paolino, all’Opéra National Lorraine; Ferrando nel Così Fan Tutte a Drottningholm, Versailles e Bucarest diretto da Marc Minkowski e a Lille diretto da Emmanuelle Haim; Telemaco e Giove ne Il Ritorno di Ulisse in Patria diretto da René Jacobs in tournée europea; Don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart all’Opéra de Lausanne, alla Fenice di Venezia e all’Opera di Roma; Don Pasquale, Ernesto, a La Monnaie di Bruxelles e a La Maestranza di Siviglia con la regia di Laurent Pelly; Idomeneo, Idamante, al Teatro Real di Madrid; Alcina, Oronte, al Festival di Glyndebourne.