EIFMAN BALLET THEATRE SAN PIETROBURGO
Giovedì 26 gennaio 2006, ore 21.00
Universalmente conosciuto come uno dei romanzi più tragici di tutti i tempi, Anna Karenina è incentrato sulla storia di una donna adultera che si innamora di un affascinante soldato di cavalleria, lascia il marito e si suicida piuttosto che accettare il rifiuto del suo amante. La versione coreografica di questo capolavoro del 1877 è incentrata sul triangolo amoroso tra Anna, Vronskij e Karenin. Il Karenin di Eifman è un uomo che non riesce a capire perché la sfortuna lo colpisce; ama sinceramente sua moglie e l’infedeltà della donna è per lui una vera e propria catastrofe. Vronskij è un amante eroico che desidera il frutto proibito ma velocemente se ne stanca. Per Eifman la chiave del romanzo di Tol’stoij è costituita dalla dipendenza emotiva e sensuale di Anna da Vronskij. Nel suo balletto, Eifman trasforma questa storia di passione e potere in uno dei più emozionanti e, allo stesso tempo, commoventi balletti di tutti i tempi.
"Anna Karenina è un progetto concepito molto tempo fa. Vi ricordate la meravigliosa produzione con Maya Plisetskaya nel ruolo di Karenina? Per parecchio tempo ho pensato che l’argomento fosse stato sufficientemente trattato. Ma ora ho sentito la necessità di fare un balletto "sull’amore". Dal romanzo di Tolstoij ho rilevato la relazione Karenin-Anna-Vronskij per fare la mia psicoanalisi coreografica del triangolo, cercando di renderla interessante e comprensibile al pubblico contemporaneo.
Recentemente ho letto una commedia intitolata Anya Karenina. Una giovane donna scrive della famiglia contemporanea e delle relazioni tra uomini e donne, così come li vede lei. Oscurità e orrore, banalità mostruosa! Non sono mai stato così propenso a tali interpretazioni e non ci sono ovvi paralleli con il mondo d’oggi nella mia versione. Ma il triangolo amoroso è un tema eterno tanto nel XIX secolo che nel XXI. Una donna può rimanere affascinata dalla sua relazione erotica con un uomo e abbandonare la sua famiglia e suo figlio. …Ho tre ballerine che stanno provando Karenina, tutte molto giovani e di talento. E’ stato inutile cercare di inculcare loro lo spirito della moralità della fine del XIX secolo; ogni tentativo è risultato vano. Una donna moderna non può diventare Anna, l’eroina del romanzo di Tolstoij. Pertanto, nonostante i costumi stilizzati e la musica di Ciajkovskij, sul palcoscenico ci sarà una donna moderna "che urla" la sua passione per un uomo moderno.
Il mio Karenin è un uomo che non riesce a capire perché la sfortuna si abbatta su di lui. Ama sinceramente sua moglie. L’infedeltà di Anna è per lui una vera catastrofe. E’ solo, abbandonato, annichilito. Il nostro Vronskij è più "tradizionale", un amante eroico che desidera il frutto proibito ma si stanca presto quando ce l’ha.
Il balletto è un ambito speciale di realizzazione del dramma psicologico; è la possibilità di esplorare l’inconscio. Ogni nuovo spettacolo è una ricerca del non visibile. Il romanzo "Anna Karenina" mi ha sempre interessato. Quando leggi Tol’stoj senti l’incredibile comprensione dell’autore nei confronti del mondo psicologico dei suoi personaggi: uno spaccato incredibilmente esatto della vita della Russia. Nel romanzo "Anna Karenina" non vi è solamente la portata del mondo psicologico dell’eroina ma la vera sensatezza psico-erotica della sua personalità. Non si riesce a trovare un dolore, una metamorfosi e una fantasmagoria simile nemmeno nella letteratura contemporanea. Tutto questo si è trasformato nelle mie riflessioni coreografiche. Il ritmo misurato della famiglia di Karenin (Consigliere di Stato), il rispetto rigoroso delle convenzioni secolari avevano creato l’illusione dell’armonia e dalla quiete. La passione di Anna per Vronskij ha distrutto la consuetudine. La sincerità dei sentimenti degli innamorati ha palesemente spaventato. L’ipocrisia di Karenin era accettata da tutti ad eccezione di Anna. Al ruolo di madre che mette al primo posto il proprio figlio, ha preferito la vorticosa intensità del sentimento per l’uomo che ama condannandosi ad una vita da reietta. Non c’era felicità nei viaggi, nella ricca tenuta, nei divertimenti tradizionali. Era presente una tragica estraneità della donna ai rapporti carnali.
Io capisco la donna che si rende indipendente dall’uomo. E questa indipendenza è malattia e sofferenza. Per me Anna è una specie di licantropo, perché in lei convivono due persone: una esteriore (la dama convenzionale, quella nota a Karenin, al figlio, ai membri della sua classe sociale) e una intima (la donna carica di un mondo di passione).
Ma che cos’è più importante? Mantenere l’illusione dell’armonia, del ruolo e dei sentimenti gradita a tutti oppure sottomettersi alla sincerità dei sentimenti?
Queste domande in passato non hanno dato pace a Tolstoij e anche oggi è difficile trovare una via d’uscita. E non ci sono nemmeno delle risposte! C’è solo la sete insaziabile di essere capiti sia nella vita che nella morte…"
Boris Eifmam
Ventotto anni fa, nel 1977, debutta una nuova compagnia di danza: l’Eifman Ballet Theatre (conosciuto nei primi anni con il nome The New Ballet). Nella stagnante atmosfera creativa russa degli anni ’70, le coreografie di Boris Eifman, fondatore e direttore artistico della Compagnia, sono come una boccata di aria fresca: Eifman unisce temi importanti con una profonda percezione psicologica, idee filosofiche con forti passioni, audacia nel vocabolario del movimento con la chiarezza di un intento drammatico. Elementi abbastanza inusuali per l’epoca.
Eifman crea una nuova tipologia di artisti della danza: i danzatori-attori con solide fondamenta, una formazione classica impeccabile da usare come trampolino di lancio per una coreografia moderna e innovativa.
Boris Eifman è un coreografo-filosofo; è interessato alle problematiche della nostra epoca e aspira a presentare la condizione estrema dell’uomo considerando la pazzia dei suoi eroi non una malattia ma come una trasposizione nel mondo delle fantasie e dei miraggi. Non a caso, molti dei suoi balletti assurgono al ruolo di esempi di psicoanalisi scenica. Ma ancora più sorprendente è il livello di impegno dell’artista; la creazione di una compagnia dedicata alla rappresentazione delle opere di un solo coreografo, è un fenomeno unico. Ogni anno è caratterizzato da una nuova creazione: dopo Boomerang su musiche rock, è la volta di The Idiot, un grande successo del teatro russo, che definisce i chiaramente i canoni estetici della Compagnia: la drammatizzazione della danza, la profonda penetrazione nella psiche umana, l’audace interpretazione dei più importanti e "scottanti" temi dell’epoca, la creazione di metafore attraverso il movimento. Eifman diventa famoso anche per l’eleganza e per il potente impatto delle scene di massa, perfettamente realizzate da un corpo di ballo di grande talento. Il repertorio di Eifman riesce a creare uno speciale tipo di artista che unisce danza, recitazione, tecnica e trasformazione. Nei primi dieci anni di attività, la Compagnia presenta 27 produzioni che vanno dalle miniature coreografiche a dei balletti a serata intera. Risalgono a questo periodo le seguenti coreografie: The Metamorphoses, Autographs, The Legend, A Crazy Day, The Twelfth Night e Love’s Intrigues.
Risalgono sempre a questo periodo Sub-lieutenant Romashov e l’innovativo Maestro e Margherita che riescono a superare le barriere della censura. Questi balletti hanno rappresentato e continuano a rappresentare per il pubblico un insolito senso di libertà e, quando rappresentati, hanno un grande impatto emotivo e spirituale sugli spettatori. The Murderers, altra produzione di Eifman, segna un nuovo periodo nell’attività della Compagnia caratterizzata da una speciale enfasi nella ricerca di nuove espressioni artistiche, della psicoanalisi attraverso il movimento, e di una nuova energia nella danza. Le sue ultime produzioni includono: Ciajkovskij, Don Chisciotte, I Karamazov, Giselle Rossa, My Jerusalem, Amleto Russo e Don Juan & Molière. Questi balletti hanno portato grande fama a tutti i ballerini della Compagnia, ammirati in tutto il mondo per la loro tecnica, interpretazione e perfezione. Ciajkovskij segna inoltre l’inizio di una proficua collaborazione tra due grandi artisti: Boris Eifman e lo scenografo Slava Okunev. Il loro lavoro insieme dà vita a quello che viene comunemente definito dalla critica come "lo stupefacente impatto visivo" di tutte le produzioni della Compagnia.
BORIS JAKOVLEVIC EIFMAN
Boris Eifman, con i suoi 40 balletti, è uno dei pochi coreografi russi degli ultimi decenni ad avere avuto una così prolifica attività creativa. La sua coreografia CIajkovskij è stata insignita del prestigioso premio russo "Maschera d’Oro", onorificenza che è stata consegnata anche al coreografo per il suo contributo alla coreografia contemporanea. Boris Eifman è stato insignito per ben quattro volte del premio "The Golden Sofit" del Teatro di San Pietroburgo, del premio dello stato russo per il suo contributo allo sviluppo dell’arte teatrale, dell’Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia, del prestigioso titolo di "Artista Emerito del Popolo Russo" e di una docenza all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo.
Boris Eifman, 59 anni, è nato in Siberia. Studia danza all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo e al Conservatorio di Leningrado (dipartimento di coreografia).
Già agli inizi degli anni ’70, richiama l’attenzione della critica locale grazie al successo della sua prima coreografia intitolata Icarus. Nello stesso anno diventa coreografo dell’Accademia Vaganova, la scuola ufficiale del Balletto Kirov.
Nel 1972 crea per il Teatro Malji la coreografia del balletto Gajanè che si rivela un successo oltre ogni aspettativa. Nel 1975 crea L’uccello di fuoco per il balletto Kirov.
Nel 1977 fonda la Compagnia The New Ballet, che diventerà poi l’EIFMAN BALLET THEATRE – prima e unica Compagnia russa dedicata alla rappresentazione dei balletti di un solo coreografo. Con la sua Compagnia crea uno stile coreografico molto originale basato sulla danza classica permeata dallo spirito della coreografia contemporanea. La filosofia artistica di Eifman ha radici nel mondo contemporaneo. E’ affascinato dal mistero creativo e dalla magia del genio, così come emerge dalle sue interpretazioni della vita di CIajkovskij, Olga Spessivtseva e Molière. Immergendosi nell’oscuro mondo della psiche umana (The Idiot, Murderers, Don Chisciotte, Giselle Rossa, Amleto Russo), Eifman crea dei veri e propri esempi di psicoanalisi sul palcoscenico. Vuole presentare una situazione estrema, nella quale la pazzia dei suoi personaggi non si pone come una malattia mentale, ma come una speciale capacità di accedere ad altri mondi o dimensioni. Il coreografo si spinge ai limiti dell’immaginazione dei suoi eroi, immergendosi nelle questioni filosofiche e spirituali del mondo di oggi e rendendoli nei suoi ultimi balletti, Amleto Russo, Don Giovanni e Molière e Who’s Who. Nel 2002 Boris Eifman crea il balletto in un atto intitolato Musagete per il New York City Ballet nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario di George Balanchine. Eifman, alla ricerca di un suo stile, utilizza diversi stili di movimento, trasformando il suo teatro in un laboratorio creativo per l’indagine e la scoperta. Interessato all’impatto teatrale delle sue produzioni, il coreografo non si limita alle convenzioni del puro balletto classico.
Danza 2024-2025
10 maggio 2025
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